Succede di tutto e di più allo Stadio Olimpico, teatro di una delle partite più incredibili della storia recente del calcio italiano. Le nuove restrizioni adottate dal Governo per contenere il ritorno dell’ondata pandemica non frenano un campionato fortemente scosso dalle positività, pur nel contesto di big match falcidiati da assenze di spessore. D’altronde quella tra Roma e Juventus non è mai una sfida come le altre, ma in pochi, con ogni probabilità, avrebbero pronosticato una simile regia soltanto qualche ora fa.
Tanti i forfait da una parte e dall’altra. Mourinho rinuncia a Korsdorp e Mancini, squalificati, a Spinazzola e Zaniolo, infortunati, e infine agli impegnati di Coppa d’Africa Diawara e Darboe. La sorpresa è l’impiego dal primo minuto di Afena-Gyan, non un grande impatto il suo di fianco al più performante Abraham. Allegri non è fisicamente presente per squalifica, ma rilancia Dybala e Kean dall’inizio confermando poi anche la coppia difensiva de Ligt-Rugani per i già noti problemi fisici che hanno colpito Chiellini e Bonucci.
Che sarà un grande spettacolo lo si capisce già pochi istanti dopo il fischio del signor Massa, con Abraham che all’11° apre le danze: sugli sviluppi di un corner l’attaccante britannico sbuca tra Rugani e Bentancur e, di testa, batte Szczesny per il vantaggio giallorosso. La Juventus accusa il colpo e per quasi 20 minuti è in balia della Roma, che però non riesce a incrementare il distacco. Al 18° è allora Dybala, redivivo, ad agguantare il pareggio, capitalizzando con un bel mancino l’ottimo passaggio di Chiesa. L’ex viola lascia poi il campo alla mezz’ora per l’ennesimo infortunio, ma è nella ripresa che lo show si amplifica meritando ogni centesimo del biglietto.
La Roma (ri)parte fortissima. Minuto 48: ripartenza letale per i giallorossi, Pellegrini pesca Mkhitaryan e l’armeno batte Szczesny complice una deviazione di De Sciglio. Passano 5 minuti e stavolta è il capitano a timbrare il cartellino con una splendida punizione: 3 – 1. Sembra l’ultimo chiodo sulla bara della Juventus, ma al 64° entra in campo Morata che, criticatissimo e dato in partenza fino alla settimana scorsa, cambia il corso della partita. Al 70° il canterano mette a sedere Ibanez, lascia partire uno splendido cross per Locatelli che, smarcato, perfora Rui Patricio di testa. Per il pari ci vogliono solo altri 2 minuti: protagonista ancora Morata, il cui tiro rimpallato si trasforma in un assist perfetto per Kulusevski. La verifica del VAR convalida il 3 – 3 bianconero, che al 77° si trasformerà addirittura nel 3 – 4 finale: stavolta è Mattia De Sciglio, eroe per caso, ad assurgere al ruolo di protagonista siglando il secondo gol di tutta la sua carriera. C’è ancora tempo per il rosso a de Ligt (che salterà la Supercoppa insieme a Cuadrado) e il rigore parato da Szczesny su Pellegrini, per arricchire la narrazione di una partita incredibile. La Juventus sale a quota 38 e resta in scia Champions. Altro KO per Mourinho, sempre più sul baratro.