Con un solo punto conquistato nelle ultime tre partite, la Juventus ha di fatto abdicato dalla lotta Scudetto inaugurando un momento di crisi sconosciuto a Torino durante lo straordinario novennio di vittorie aperto da Antonio Conte. Da diverse stagioni la Vecchia Signora non ha più lo smalto dei tempi migliori, ma fa specie vedere così in difficoltà la squadra che, in questo nuovo millennio, ha saputo riscrivere gran parte dei record del calcio italiano. Eppure il pareggio strappato in extremis all’ Inter sul difficile terreno del San Siro sembrava in qualche modo confermare la crescita della compagine bianconera, che in campionato stava risalendo la china mentre in Champions proseguiva a punteggio pieno verso la testa del girone. Sono bastati cinque giorni per gettare tutto alle ortiche: cinque giorni in cui la Juventus ha inanellato due sconfitte, in casa contro il Sassuolo e a Verona contro l’Hellas, scivolando all’ottavo posto in classifica ex aequo con Verona, Bologna ed Empoli. Non certo le squadre che normalmente si accosterebbero ai pluri campioni d’Italia.
Se verosimilmente la Juventus non ha più concrete possibilità di rientrare in corsa per il titolo (i 16 punti di distanza da Napoli e Milan, che non perdono un colpo, rappresentano un gap irrecuperabile), il quarto posto valido per la zona Champions è ancora alla portata di Allegri, che a questo punto sarà però costretto a dare una svolta. A cominciare da questa sera, quando i suoi ragazzi ospiteranno lo Zenit di San Pietroburgo fra le mura amiche dell’Allianz Stadium: a questo punto della stagione non è più possibile fallire, men che meno l’impegno internazionale che risaputamente non concede seconde opportunità. Ai bianconeri basterebbe un pareggio per chiudere il discorso qualificazione, e tornare a concentrarsi sulla rimonta in campionato. Un’eventuale vittoria, tuttavia, lancerebbe un segnale che adesso il popolo juventino reclama a gran voce: è a quella che punterà Allegri, per mostrare che la sua creatura è ancora viva.