“Come si cambia”, cantava Fiorella Mannoia nel lontano 1984. Appena due anni dopo l’ Italia iridata ai mondiali spagnoli, quando il nome stesso di Zoff era l’antonomasia del grande portiere. Un destino, quello del Dinone nazionale, poi ereditato da alcuni veri e propri miti del calcio nostrano: Zenga, Tacconi, Pagliuca, Peruzzi, Toldo, e soprattutto Gigi Buffon, intramontabile campione che proprio poche settimane fa ha detto addio, oltre che alla sua Juventus, anche alla Nazionale Azzurra. Si credeva, così, che il prossimo sulla lista sarebbe stato Gigio Donnarumma, titolare del Milan già a 16 anni.
Ma come si cambia, di anno in anno? Nel giugno del 2017, Donnarumma e Raiola diedero il via al braccio di ferro, poi vinto, contro la società rossonera. Ricchissimo ritocco dell’ingaggio (6 milioni di euro annui, il quarto più pagato in Serie A dietro solo a Higuain, Bonucci e Dybala), clausola stellare, acquisto del fratello Antonio (con tanto di stipendio da 1 milione di euro a stagione, il terzo portiere più pagato del campionato). E tante frizioni con i tifosi, sentitisi traditi dal giovane estremo difensore.
Chiaramente, anche in relazione alla faraonica campagna acquisti intrapresa dal Milan nella scorsa estate, le aspettative nei confronti di Donnarumma si erano conseguenzialmente elevate. Ma i tanti, troppi errori, i risultati deludenti, e la pessima prestazione offerta nella finale di Coppa Italia contro la Juventus, dove due clamorose topiche hanno di fatto spalancato le porte della vittoria ai bianconeri, hanno rapidamente visto crollare le sue quotazioni.
Eccome come è cambiato Donnarumma, in un solo anno: da oggetto dei desideri a oggetto misterioso, da risorsa inestimabile a problema irrisolvibile. Il Milan si era già cautelato per il ruolo, ingaggiando Pepe Reina a parametro zero dal Napoli, offrendo un rinnovo annuale a Storari, e sperando di cedere Donnarumma (e, magari, anche lo scomodo fratello Antonio) in estate per cifre altissime, anche in modo da liberarsi dal suo ricchissimo stipendio. Tuttavia, adesso, nessuno lo vuole più. Non la Juventus, che ha concluso per Perin e ha già in rosa Szczesny. Non il Paris Saint Germain, che a giorni annuncerà Buffon. Non il Real Madrid, che peraltro ha prima da sciogliere il nodo allenatore. Quelle porte, un anno dopo, sono chiuse.