La stagione calcistica corrente, anche in virtù di tutti i vari tornei continentali che hanno visto coinvolte diverse nazionali, si è rivelata particolarmente lunga e ricca di spunti. Proprio pochi giorni fa, a questo proposito, si è conclusa anche la Copa America 2019, che, a ben dodici anni di distanza dall’ultima volta, ha visto il trionfo dei padroni di casa del Brasile. E ha lanciato anche una riflessione molto interessante, che certamente verrà discussa parecchio da qui ai prossimi mesi: può Alisson Becker vincere l’edizione del 2019 del Pallone d’Oro?
Alisson Becker è reduce da una stagione a dir poco straordinaria, che lo ha consacrato senza ombra di dubbio come il miglior portiere al mondo. Giunto nella scorsa sessione di mercato al Liverpool dalla Roma per una cifra monstre, in Inghilterra l’estremo difensore verdeoro è definitivamente esploso. Divenuto da subito una colonna portante della squadra, insieme al difensore Virgil van Dijk ha costituito un’accoppiata difensiva rivelatasi a dir poco insuperabile. Tanto che il Liverpool, dopo aver sfiorato la vittoria in Premier League (clamorosamente sfumata nonostante i 97 punti conquistati, con tanto di miglior difesa), ha poi fatto sua la Champions League.
Autore di prestazioni a dir poco straordinarie, Alisson non ha voluto saperne di fermarsi, ripetendosi anche nella Copa America. Il Brasile è giunto praticamente in scioltezza in finale, vincendola ai danni del Perù e subendo, proprio nell’occasione, la prima e unica marcatura nel torneo: peraltro solamente su calcio di rigore, statistica che evidenzia ancor di più l’incredibile stagione di Alisson. Non sono mancate anche le soddisfazioni personali, che lo hanno premiato come miglior portiere della Premier League e miglior portiere della Copa America. E, con ogni probabilità, verrà presto eletto anche miglior estremo difensore della Champions League. A questo punto è lecito chiedersi se France Football deciderà di assegnargli anche il Pallone d’Oro: si tratterebbe del secondo portiere nella storia del calcio, dopo il russo Lev Yashin. Una gioia che persino a mostri sacri come Gigi Buffon, Dino Zoff, Oliver Kahn e Manuel Neuer è stata negata.