Per il secondo anno consecutivo la Juventus saluta la Champions League agli ottavi di finale e, complice anche il distacco virtualmente irrecuperabile con l’ Inter in campionato, si interroga sulla disfatta di una stagione assolutamente al di sotto delle aspettative, indubbiamente la più deludente dell’ultimo decennio. Il Porto non era la squadra più irresistibile tra quelle che i bianconeri potessero pescare al sorteggio di Nyon, ma è comunque sufficiente per concretizzare nuovamente i fantasmi europei di una squadra che, da ormai troppi anni, vive come un dramma la propria esperienza al di fuori dei confini nazionali.
Pirlo che recupera diversi uomini per questo determinante crocevia, pur se non tutti al meglio delle loro condizioni. Al 19° arriva il primo dei tanti episodi controversi che, in un modo o nell’altro, cadenzeranno l’inerzia della sfida: Demiral stende Teremi in area (furbo ad anticipare il difensore marocchino con la gamba di richiamo), e l’arbitro indica il dischetto. Sergio Oliveira dagli 11 metri non sbaglia, e costringe la Juventus all’ennesima, probante scalata. Morata sfiora il gol in due occasioni ma Marchesin è determinante, e allora si va a riposo sul parziale di 0 – 1 in favore dei lusitani. Nella ripresa i bianconeri cominciano bene, e al 49° trovano subito il pari: Bonucci lancia in profondità, Ronaldo di testa appoggia su Chiesa che, con uno splendido destro a giro, insacca la sfera sul secondo palo.
Al 54° follia di Tarem, che si fa espellere per somma di ammonizioni lasciando i compagni in 10. È la frazione di gara in cui la Juventus ci crede di più: Chiesa coglie subito un palo che grida vendetta, ma pochi istanti più tardi, sempre lui, trova il 2 – 1 che rimette in equilibrio la qualificazione: grande cross di Cuadrado e l’ex viola di testa non sbaglia. Negli ultimi minuti i bianconeri provano ancora a spingere ma la sfortuna gli nega il gol della qualificazione: Morata segna ma è in fuorigioco di pochi centimetri, al 93° la prodezza balistica di Cuadrado si stampa sulla traversa. Si va ai supplementari, un thriller. Entrambe le squadre commettono diversi falli, e proprio da un calcio di punizione al 115° arriva il gol che, di fatto, regala al Porto la qualificazione: sulla battuta va Sergio Oliveira, che con un potente rasoterra sorprende uno Szczesny non impeccabile. La Juventus passa subito sul 3 – 2 con Rabiot, ma nei minuti restanti non riesce più a trovare la zampata che varrebbe i quarti di finale, complice anche un Cristiano Ronaldo non pervenuto.