Poteva essere la risalita della china dopo la seconda estromissione ai campionati mondiali, ma forse i proclami erano stati fin troppo rosei. A Moenchengladbach l’ Italia perde tutto: partita, testa della classifica di Nations League, volendo anche la dignità. Perché la prima volta nella storia del calcio che la Germania ci batte in una partita da 3 punti si trasforma in una goleada contro i nostri colori, un’umiliazione di proporzioni elefantiache. E più del 5 – 2 finale, gli annali ricorderanno l’impotenza azzurra di fronte alle scorribande tedesche, forse perfino fin troppo inconcrete rispetto alla mole di occasioni create. L’unico sorriso azzurro arriva sul finale, quando prima Gnonto, poi Bastoni rendono meno amaro un risultato che fa male ad ogni latitudine. Soddisfazione in particolare per l’attaccante dello Zurigo, al primo gol con la maglia azzurra e, a soli 18 anni, anche il marcatore più giovane della storia della nazionale italiana.
Mancini non si distacca dai propri dettami tattici, ma continua a sperimentare utilizzando le risorse convocate per questa tranche di partite. Qualcosa in mezzo al campo, però, non funziona, e la Germania ne approfitta ripetutamente andando più volte all’attacco di Donnarumma. Il portiere del PSG si difende come può, ma deve capitolare già dopo 10 minuti sull’imbucata di Kimmich: il jolly del Bayern, lasciato colpevolmente solo in mezzo all’area, non deve far altro che insaccare da pochi passi. L’ Italia non ha le forze per reagire, e sul finire di tempo incassa il raddoppio: Bastoni commette fallo in area, sul dischetto si presenta Gundogan che non sbaglia.
La Germania dilaga nella ripresa: al 51° timbra il cartellino il “solito” Thomas Muller, fin lì impalpabile ma letale una volta venuto a contatto con il pallone. Blackout per l’ Italia, che nel giro di un minuto incassa addirittura la doppietta di Timo Werner: tra il 68° e il 69° la corazzata teutonica si trova così avanti per 5 – 0. Gli Azzurri provano a rianimarsi e, complice un certo calo di tensione degli avversari, riescono ad accorciare le distanze: al 78° c’è gloria per Gnonto, poi è Bastoni a trovare l’incornata giusta a tempo praticamente scaduto. Brutta sconfitta per Roberto Mancini, che scivola addirittura al terzo posto in virtù del tracollo inglese contro l’Ungheria (0 – 4 per i ragazzi di Marco Rossi).