Anche per il calciatore più grande, prima o poi, arriva il momento di appendere i proverbiali scarpini al chiodo. Un passaggio che, in realtà, può avvenire in maniera certamente più graduale di quanto si possa inizialmente pensare. È il caso di Wayne Rooney, oramai ex stella del calcio inglese, che negli Stati Uniti sta sparando le ultimissime cartucce di una carriera a dir poco fotonica e probabilmente irripetibile. L’ex attaccante del Manchester United, che proprio con la casacca dei Reds ha consacrato il proprio talento a questo sport, pochi giorni fa ha detto ufficialmente addio alla Nazionale Inglese, i cui colori ha così vestito in ben 120 occasioni.
Un cammino, quello che Rooney ha intrapreso con la selezione del suo paese, cominciato ben quindici anni fa: era il 12 febbraio 2003, allorché il giovane cannoniere ebbe modo di esordire nella sfortunata amichevole contro l’Australia, perduta malamente per 1 – 3. Meglio gli impegni successivi, che giunsero in concomitanza con le qualificazioni ai campionati europei di Portogallo 2004: nell’occasione Rooney realizzò 4 reti in 4 presenze, palesandosi come uno dei migliori bomber di quel torneo.
Il resto è storia, poco fortunata con l’ Inghilterra, alla rincorsa di un titolo, che si trattasse di Europeo o Mondiale, che alla fine non è mai giunto. Ma che, almeno a livello individuale, ha portato ad una buona serie di soddisfazioni. Ad oggi, in effetti, Wayne Rooney è il marcatore più prolifico della storia della Nazionale, avendo messo a segno ben 53 marcature: 4 in più di Bobby Charlton, 5 in più di Gary Lineker, due vere e proprie leggende della storia di questo sport.
A livello di presenze, Rooney invece si è dovuto fermare al secondo posto, con 120 apparizioni totali: Soltanto il totem del longevo Peter Shilton, storico portiere che difese i pali inglesi dal 1970 al 1990, gli è rimasto davanti.