Una vittoria cruciale, benché suggellata da mille polemiche. A Firenze l’ Inter soffre, ma incamera 3 punti fondamentali per una volata Scudetto che resta apertissima. A poche settimane dallo stop forzato dovuto agli imminenti mondiali qatarioti, i nerazzurri restano agganciati al treno europeo, rispondono a Milan e Juventus (che hanno sconfitto rispettivamente Monza ed Empoli), e aggiungono ulteriore autostima in un periodo che sembra aver spazzato via la crisi sopraggiunta a settembre.
Il match del Franchi però è mascolino e nervoso, e la sua storia è ben diversa da quella che sembrava scritta dopo l’uno-due meneghino siglato in un quarto d’ora. Serata di grazia per Lautaro Martinez, che prima assiste Barella per il vantaggio iniziale, poi firma lui stesso il raddoppio con un bel tiro radente. Alla mezz’ora, la narrazione della partita cambia: Dimarco compie un intervento scellerato in piena area di rigore, il signor Valeri assegna il penalty solo dopo il consulto del VAR, ma non adotta ulteriori sanzioni per il difensore dell’ Inter (la Fiorentina chiedeva il rosso diretto). Dal dischetto Cabral non sbaglia e accorcia le distanze.
Nella ripresa succede di tutto. Al 60° Ikone aggancia il pari, ma neanche un quarto d’ora più tardi è ancora il Toro a trascinare l’ Inter verso il sorpasso, trasformando un rigore con un’esecuzione perfetta. Il nervosismo è palpabile tanto in campo che sugli spalti, con alcuni casi di scontri fra le due tifoserie. Allo scoccare del recupero, la Fiorentina la riagguanta in mischia: nel furibondo flipper sviluppatosi nell’area nerazzurra, è Jovic a risolverla col suo primo gol in viola. Sembra finita, ma al quinto minuto di recupero accade l’imponderabile: i padroni di casa contengono male una ripartenza dell’ Inter, Venuti spazza male un pallone vagante e sul successivo rimpallo Mkhitaryan la mette dentro per il 3 – 4 finale. Nerazzurri che agganciano momentaneamente la Lazio in sesta posizione, viola che restano invece bloccati a quota 10.