Sembravano pronte all’ultima scrematura per creare un dualismo al vertice, invece hanno ingranato la retromarcia rimettendo in gioco le immediate inseguitrici. Chiamate alla consacrazione, Milan e Napoli hanno fallito l’esame di maturità, riaprendo nuovamente il discorso Scudetto. Male i rossoneri, che nel posticipo serale hanno sbattuto contro il Torino rischiando persino di perdere: alla fine è stato Maignan a garantire un punto comunque prezioso, salvando sull’ex Pellegri. Ancora peggio i campani, che confermano l’allergia stagionale al Maradona di San Paolo incassando tre batoste dalla Fiorentina: un segnale davvero poco promettente per i partenopei, se si ripensa alla tripletta di Simeone (all’epoca in forza ai viola) nel finale di campionato di quattro anni fa.
Ad approfittarne di più allora è l’ Inter, che nell’anticipo casalingo contro il Verona mette a segno una vittoria agevole: 3 punti che si accostano a quelli conquistati una settimana fa contro la Juve. Gli uomini di Simone Inzaghi tornano ad essere padroni del loro destino: con la vetta della classifica distante 2 lunghezze appena, sarebbe sufficiente battere il Bologna nel recupero per riconquistare il primo posto in solitaria. Espugnare lo Stadium ha infuso nuova linfa nelle risorse nerazzurre, che tra febbraio e marzo parevano essersi drammaticamente esaurite in favore di Milan e Napoli.
E proprio la Juventus non può che covare mille rimpianti per la sconfitta patita qualche giorno fa, che ha forse condannato le speranze bianconere in ottica titolata. La rimonta che de Ligt e Vlahovic hanno confezionato ai danni del Cagliari ha nuovamente accorciato le distanze della squadra di Allegri dal duo composto da Milan e Napoli: il ritardo della Vecchia Signora dalla testa della classifica è adesso di appena 6 punti. Con ancora sei partite da disputare, per un totale di 18 punti disponibili, è chiaro che tutto può accadere, e che nulla può essere dato realmente per scontato. La corsa per lo Scudetto non è mai stata così aperta.